Articolo di Lorena Dalla Riva pubblicato su Dental Dialogue
Di estetica se ne è parlato tanto e molto se ne discute, ma il concetto di estetica racchiude in sè il tentativo di definire il bello, la bellezza, l’armonia. In realtà il termine estetico è uno stimolo emozionale che nasce in ognuno di noi in modo diverso.
L’estetica dentale dà vita ad un concetto di ARMONIA che comunque fa parte della filosofia “ESTETICA” e che trova coinvolti l’odontotecnico, l’odontoiatra e, a maggior ragione, il paziente.
Per tutti noi il punto di vista estetico varia seguendo la nostra preferenza verso un dente più predominante rispetto ad altri che lo vogliono piatto e piccolino. Il paziente, da parte sua, vorrebbe sempre e comunque che il nuovo dente non si vedesse. Molto spesso questa visione va a sposarsi con il termine piccolo; in realtà la giusta terminologia è armonico. Difficilmente è accettato un dente di una lunghezza fuori media, forse un po’ di più se è la larghezza ad essere eccessiva, ma mai quando una porzione di dente si sostituisce ad una porzione di radice. Con materiali resinosi, compositi o ceramici c’è la possibilità di riprodurre una gengiva molto similare ad una gengiva naturale.
Figg. da 1 a 3 Campioni masse base usate per diluizioni e mescole per la realizzazione di masse gengi vali in ceramica
La ceramica come sostituto del tessuto molle
Con i materiali ceramici si può creare una vasta gamma di gengiva ceramica mescolando opportunamente masse gengivali di varie colorazioni con trasparenti o traslucenti in diversa densità per ottenere masse con luminosità differenziata. Trovo molto interessante l’utilizzo di pigmenti colorati sulla gamma del rosso adatti per utilizzo interno, che non modificano il coefficiente di espansione termica della ceramica, per formare delle miscele con effetti di colore particolari che vanno a completare una gamma di tonalità già presente in una sistematica di utilizzo.
Il primo passo che si deve fare è crearsi una serie di campioncini mescolando le masse basi al 50% tra quelle a disposizione. Ad esempio la sistematica IPS Ivoclar è formata da una serie di masse di colore denominate G1 G2 G3 G4 GS, con i loro corrispondenti intensivi IG1 IG2 IG3 IG4 (Figg. da 1 a 3). Usando due colorazioni base si possono creare altre combinazioni di colore, come, ad esempio, G2 con G3 o G1 con G2, oltre a mescole intensificate di G3 con massa intensiva IG3; ma questo non basta. L’obiettivo è ottenere delle masse più traslucenti, più vivaci e capaci di dare contrasti e non un’unica massa di colore spento e/o opaco. Utilizzando OE2, massa traslucente con 50% di G2 oppure OE2 con G3 e la stessa percentuale di mescola anche con OE1 o con SMALTO IT1, si ottengono dei buoni effetti, ma la mia massa ideale è una mescola di 10 parti di E02 o E03 con 1 parte di pigmento rosso intensivo ad uso interno per ottenere una massa luminosa.
Nella figura 4 si notino risultati di mescole di tali componenti e nella figura 5 i campioncini usati dei trasparenti, traslucenti e smalti. Trattasi di metallo ceramica IPS lnline o di sistematica integrale IPS Empress o e.max su zirconia, il mio modo di lavorare nel costruire una zona gengivale è il medesimo. Nelle figure da 6 a 9 è illustrato un esempio di masse usate su ponte in metallo ceramica IPS lnline. Nel mio stile di lavoro preferisco preparare la struttura da ceramizzare tutta dello stesso colore di base, senza evidenziare con opaco rosa o con liner rosa su integrale la zona che andrà ricreata in estetica gengivale. L’effetto che si va a ricercare è la minima trasparenza della gengiva in zona radice per dare più naturalezza e diversità di compattezza alla mucosa. Nelle fotografie che seguono si noti la prima ceramizzazione, che sarà piuttosto intensa, con masse mescola G3 intensificate, per essere poi contrastata nella seconda cottura con stratificazione a contrasto di OE3, usato come effetto gengiva più spessa o compressa che va ad esaltare il rosa/rosso gengivale, e impasto OE2 con pigmento rosso.
Nella figura 10 è evidenziata la prima cottura con sola massa gengivale che può essere ceramica per spalla intensificata con Essence per gengiva o massa base gengivale modificata secondo necessità cromatica.
Nella figura 11 vediamo la prima cottura degli incisivi con l’aumento di spessore della zona mucosa con masse modificate più traslucenti; nella figura 12 la stratificazione per la cottura di correzione; nella figura 13 il ponte all’ uscita dal forno dopo la seconda cottura e prima della rifinitura fina le. La figura 14 mostra la visione della riabilitazione in bocca. Nel caso di realizzazione di un ponte pressofuso tipo e.max o di ceramizzazione di una struttura in zirconia con e.max Ceram, il procedimento sarà lo stesso.
Sopra ponti su impianti con percorso intramucoso lungo, si possono lasciare zone ceramizzate del colore dentinale e concentrarsi sulla realizzazione di mucosa ceramica. In questo ponte inferiore si noti l’utilizzo della massa più densa per creare contrasto con il rosa mucosa (Fig. 15).
Le proporzioni usate per ottenere gli impasti sono calcolate con misurini calibrati (Fig. 16).
Un impasto necessario da utilizzare in zona papilla o di contrasto è stato formato dalla massa base G4 intensificata con Essence berry e poi diluita con trasparente EO1 per dare più trasparenza (Fig. 17).
Qui di seguito alcuni casi con soluzioni di stratificazione gengivale secondo esigenze del paziente (Fig. da 18 a 21).
Considerazione finale
Il contrasto “rosa gengiva” con la normale colorazione bianco/giallina delle nostre corone dà immediatamente un effetto molto più piacevole e di grande rifinitura ai nostri manufatti fornendo sicuramente la percezione a chi dovrà convivere con la nuova riabilitazione, di avere ricevuto le attenzioni meritate e di poter sorridere liberamente permettendosi una vita relazionale e comunicativa spontanea.
L’obiettivo che deve essere sempre chiaro in noi odontotecnici è la conoscenza. Questo non significa passare la nostra vita sui libri ma fare tesoro di tutte le piccole e grandi esperienze quotidiane che ci portano ad aumentare il nostro bagaglio di esperienza/conoscenza senza dare mai per scontato niente, ma soprattutto sfruttando i materiali che acquistiamo secondo un nostro modo di lavorare, senza dimenticarci di rispettare le istruzioni d’uso e fidandoci sempre della nostra creatività. Solo alimentando una coscienza emozionale tecnica e ascoltandoci emotivamente rispetto ai modi di lavoro, si può dar vita ad un proprio stile che può aiutarci in scelte tecniche future senza farci troppo condizionare dalle mode del momento.